I AM A RAT: Gli animali dello zodiaco cinese
Martedì 12.12.2017
– Sabato 06.01.2018
Sala Comunale d’Arte
– Sabato 06.01.2018
Sala Comunale d’Arte
Mostra personale dell’artista Qing Yue
Ai frettolosi, a quelli che sanno già tutto, questa mostra sembrerà soltanto un’esposizione di quadri. O, più esattamente, la nuova personale dell’artista Qing Yue. Una raccolta di opere originali, dipinte con passione e originale inventiva su materiali diversi come lurex, velluto, carta dorata. Un’altra affascinante tappa del lungo viaggio, sospeso tra la creatività dell’Occidente e la conoscenza dell’Oriente, che l’artista ha intrapreso già da parecchi anni.
Ma a chi, tenendo al guinzaglio la fretta, fermerà lo sguardo sulla sequenza di undici opere, più un’installazione, dedicate allo Zodiaco cinese, non potrà sfuggire il senso profondo del progetto. Che sta acquattato dentro gli occhi delle creature dipinte. Occhi che raccontano, come fossero i guardiani della soglia di un percorso iniziatico, la seduzione luminosa della tigre, la paziente voglia di comunicare del bue, l’implorante richiesta di amicizia del topo, la stupefatta intelligenza del gallo, la quieta capacità del serpente di esorcizzare gli isterici ritmi della realtà, l’irresistibile disponibilità del cane. E la fiera certezza di esistere dell’unico essere immaginario: il drago.
Ricreando i dodici elementi dello Zodiaco cinese (topo, bue, tigre, coniglio, drago, serpente, cavallo, capra, scimmia, gallo, cane e maiale), Qing Yue ha ritrovato l’anima del mondo dentro la materia. Dipingendo a colori acrilici con tecnica linoleografica su pannelli foderati di stoffe diverse (su cui ha applicato strati di gesso, qualche foglia d’oro e d’argento, per poi disegnare i vari soggetti a mano libera), l’artista è riuscita a sintonizzarsi con un microcosmo fantastico di creature che l’uomo da troppo tempo considera alla stregua di servitori muti. Buoni soltanto a svolgere i lavori più pesanti, ad apparire come stranezze da esibire. A finire dentro i nostri piatti in forma di variazioni gastronomiche. Ascoltando le voci mute degli animali, entrando nel loro mondo dalla porta segreta degli occhi, Qing Yue ha svelato il senso profondo dello Zodiaco cinese. Raccontando di un mondo perduto, dove tutte le creature di Gaia, la nostra Madre Terra, vivevano in perfetto equilibrio. Perché non conoscevano la didenza, la differenza, le pulsioni di morte, il desiderio di potere. Perché sapevano stare insieme, imparando ognuno qualcosa dall’altro. Coltivando l’arte ranata del sorriso.
Alessandro Mezzena Lona
Ai frettolosi, a quelli che sanno già tutto, questa mostra sembrerà soltanto un’esposizione di quadri. O, più esattamente, la nuova personale dell’artista Qing Yue. Una raccolta di opere originali, dipinte con passione e originale inventiva su materiali diversi come lurex, velluto, carta dorata. Un’altra affascinante tappa del lungo viaggio, sospeso tra la creatività dell’Occidente e la conoscenza dell’Oriente, che l’artista ha intrapreso già da parecchi anni.
Ma a chi, tenendo al guinzaglio la fretta, fermerà lo sguardo sulla sequenza di undici opere, più un’installazione, dedicate allo Zodiaco cinese, non potrà sfuggire il senso profondo del progetto. Che sta acquattato dentro gli occhi delle creature dipinte. Occhi che raccontano, come fossero i guardiani della soglia di un percorso iniziatico, la seduzione luminosa della tigre, la paziente voglia di comunicare del bue, l’implorante richiesta di amicizia del topo, la stupefatta intelligenza del gallo, la quieta capacità del serpente di esorcizzare gli isterici ritmi della realtà, l’irresistibile disponibilità del cane. E la fiera certezza di esistere dell’unico essere immaginario: il drago.
Ricreando i dodici elementi dello Zodiaco cinese (topo, bue, tigre, coniglio, drago, serpente, cavallo, capra, scimmia, gallo, cane e maiale), Qing Yue ha ritrovato l’anima del mondo dentro la materia. Dipingendo a colori acrilici con tecnica linoleografica su pannelli foderati di stoffe diverse (su cui ha applicato strati di gesso, qualche foglia d’oro e d’argento, per poi disegnare i vari soggetti a mano libera), l’artista è riuscita a sintonizzarsi con un microcosmo fantastico di creature che l’uomo da troppo tempo considera alla stregua di servitori muti. Buoni soltanto a svolgere i lavori più pesanti, ad apparire come stranezze da esibire. A finire dentro i nostri piatti in forma di variazioni gastronomiche. Ascoltando le voci mute degli animali, entrando nel loro mondo dalla porta segreta degli occhi, Qing Yue ha svelato il senso profondo dello Zodiaco cinese. Raccontando di un mondo perduto, dove tutte le creature di Gaia, la nostra Madre Terra, vivevano in perfetto equilibrio. Perché non conoscevano la didenza, la differenza, le pulsioni di morte, il desiderio di potere. Perché sapevano stare insieme, imparando ognuno qualcosa dall’altro. Coltivando l’arte ranata del sorriso.
Alessandro Mezzena Lona
Sala Comunale d’Arte
Piazza Unità d’Italia, 4
34100 Trieste
Piazza Unità d’Italia, 4
34100 Trieste