Revoltella Estate 2019. Programma di settembre
Mercoledì 11.09.2019
– Giovedì 26.09.2019
Museo Revoltella
– Giovedì 26.09.2019
Museo Revoltella
Nel ricordare i 150 anni dalla morte di Pasquale Revoltella e considerato il cospicuo numero di partecipanti alle visite guidate tematiche del mese di agosto, proseguono anche nel mese di settembre al Museo Revoltella gli appuntamenti con le visite delle ore 18.00, secondo il seguente calendario:
mercoledì 4 settembre - Pasquale Revoltella: vita e attività di un personaggio straordinario, a cura di Susanna Gregorat; mercoledì 11 settembre - Friedrich von Hitzig: l'architetto della dimora baronale, a cura di Giuliana Fisicaro; giovedì 12 settembre - Dalla biblioteca di Pasquale Revoltella: l'Egitto e Suez, a cura di Federica Moscolin; mercoledì 18 settembre - Il barone Revoltella e l'affaire de Suez, a cura di Susanna Gregorat; giovedì 19 settembre - Dalla biblioteca di Pasquale Revoltella: gli album satirici, a cura di Federica Moscolin; mercoledì 25 settembre - Gli artisti a palazzo: Pietro Magni, Cesare Dell'Acqua e Augusto Tominz, a cura di Giuliana Fisicaro; giovedì 26 settembre - Dalla biblioteca di Pasquale Revoltella: only for kids, a cura di Federica Moscolin
Anche a settembre continua, inoltre, la programmazione culturale di Revoltella Estate 2019 sulla terrazza al quinto piano della galleria e lo fa ospitando alcune delle più interessanti proposte editoriali uscite quest’anno. Autori emergenti, esordi sorprendenti, conferme del buono stato di salute della letteratura in Italia si alterneranno negli spazi della Terrazza Museo Revoltella.
A settembre gli incontri inizieranno alle 18.30 e giovedì 5 avremo il grande piacere di ascoltare la genesi di un esordio molto importante, quello di Lux di Eleonora Marangoni, edito da Neri Pozza. Vincitrice del premio Neri Pozza e candidata all’ultimo premio Strega da Sandra Petrignani che così ha motivato la sua scelta: «Questo romanzo di Eleonora Marangoni è pieno di cose inaspettate. Tu ti dici: ah, ecco, l’autrice ricorre al tema classico dell’isola lontana dove si ritrova un gruppo mal assortito di persone e pensi che succederanno fatti prevedibili. Invece no. Il topos è evocato da lei giusto per posizionarsi nella grande corrente della letteratura (e ne senti spesso le antiche risonanze), ma poi ti spinge verso un viaggio inatteso, dove si assiste soprattutto al gioco altalenante delle relazioni, si simpatizza con questo o quel personaggio, e si finisce con l’abbeverarsi a una fonte di acqua minerale – centrale nella storia – soltanto perché affascinati dall’etichetta sulle bottiglie che la narratrice ci descrive. Marangoni conosce l’arte finissima di rendere reale l’immaginario, riesce a farti credere nella presenza di una nuvola in salotto più che nella forza dei sentimenti che legano un certo uomo a una certa donna. Insomma come di ogni libro complesso, non è facile parlare di Lux: è stravagante, allegro e malinconico, sapiente e leggero. C’è dentro una voce sferzante, ironica, saggia, che si muove sul solido terreno di radici letterarie comuni per proiettarsi in un oltre giovanissimo e carico di futuro.»
Scritto in parte a Trieste l’esordio narrativo di Eleonora Marangoni è da segnalare come una delle migliori novità del recente panorama letterario italiano.
Venerdì 6, alle 18.30, ci confronteremo con un tema e una voce importante: Andrea Pomella presenta L’uomo che trema, Einaudi. Vorremmo dirvi: fidatevi. Questo è un memoir di una potenza rara. È la storia della depressione di un giovane uomo, o meglio è la storia di un giovane uomo che guarda il suo male in faccia per cercare di capire piú che può. Usando tutte le armi che ha: l’intelligenza, la forza delle parole, la letteratura, l’arte, la musica, l’ironia, la memoria. L’uomo che trema racconta, s’inoltra nel dirupo della vita di tutti i giorni, non si ferma davanti a niente. Se la sua storia è simile a quella di undici milioni di persone nel nostro Paese, il suo modo di rivelarla non ha molti paragoni.
L’uomo che trema racconta. Guarda la sua malattia come se fosse un corpo estraneo, lo viviseziona, cerca di capire qualcosa d’importante, e di farcelo capire. È in gioco il senso di tutto, per lui, che sa che piú si è depressi «piú le cose si fissano nell’attesa di farsi ghiaccio», come scriveva Cioran. E, in un certo senso, la sua cronaca è di ghiaccio. Proprio per questo emoziona nel profondo. Le reazioni del corpo e della psiche alle aggressioni chimiche dei farmaci, la paura, i vari incontri con gli psichiatri, il rapporto con la compagna e con il figlio costretti a convivere con i tumulti della malattia. Le corse per le vie di Roma, le passeggiate nei luoghi di Giuseppe Berto, autore de Il male oscuro. E, al culmine della sofferenza, l’appuntamento che riporta in vita un antico fantasma di famiglia, il padre ripudiato. Uno spiraglio di luce, la possibilità di pronunciare, forse, la parola «guarigione». Leggere questo libro significa immergersi nel mondo di un altro fino a sentirlo completamente tuo. Significa seguire passo dopo passo, con i sensi in allerta, il percorso da una condizione di dolore assoluto a una condizione nuova e possibile. Significa, letteralmente, essere rapiti. Perché a conquistarvi sarà la temperatura di ogni riga, la pasta della scrittura, l’intelligenza febbricitante, la qualità dello sguardo. In una parola: la voce dell’uomo che trema.
Altro esordio folgorante quello di mercoledì 11, sempre alle 18.30: Hamburg di Marco Lupo, il Saggiatore. Vincitore del Premio Campiello Opera prima nel suo romanzo d’esordio, tra Bolaño e Sebald, Marco Lupo dà vita a un’opera al nero che sfuma continuamente i contorni della narrazione. Geografia dell’oblio, studio anatomico della dimenticanza e regesto letterario di un massacro, Hamburg sfugge alla linearità del racconto per mutarsi, tra finzione e realtà, incubo e ricordo, in un coro di vite e memorie al centro del quale pulsano voci rotte dalla fame, braccia rose dalla rabbia e spettri inceneriti. Una storia in cui la memoria non è mai una cronaca fedele, ma il frutto polposo e amaro dell’immaginazione.
Giovedì 12 è la volta di Silvia dai Pra' con Senza salutare nessuno - Un ritorno in Istria, editori Laterza.
«Scoprii che esiste un’altra parola per definire una foiba, dolina, e provai a usarla per sostituire quel brutto termine nella mia testa – dolina portava con sé tutta una languida atmosfera ungarettiana, mi faceva sentire una docile fibra dell’universo. Ma non ce l’ho fatta: il termine dolina non ha attecchito. Non si può mettere in mezzo la poesia per attenuare il suono dei cadaveri che scricchiolano sotto le scarpe.»L’Istria è un luogo meraviglioso per passarci le vacanze. Piccoli paesi tranquilli, case da affittare, spesso con una piscina appena costruita. E il mare vicino, sempre visibile anche dai colli. Ma Silvia a Santa Domenica di Albona non è andata per la spiaggia a due passi o per la rakija che tutti ti offrono. Ci è andata per scoprire la verità su un segreto che ha sempre gravato sulla sua famiglia: perché il bisnonno Romeo Martini, nato Martincich, è finito nella foiba di Vines' Perché la nonna, i suoi fratelli e sua madre se ne sono andati una mattina di novembre del 1943' Comincia così un’indagine durata due anni, tra archivi perlopiù andati distrutti, lettere strappate, vecchie fotografie, mail spedite a tutti gli angoli del mondo che raramente hanno avuto risposta. Il risultato è questo libro, coraggioso e al tempo stesso ironico e lieve, che, mentre prova a riportare alla luce le vicende e il destino di una famiglia, affronta il tema delle conseguenze, per generazioni, della violenza subita e delle sofferenze, delle amnesie e dei silenzi necessari per continuare a vivere.
Venerdì 13 un’incursione nella saggistica con l’importante volume edito da Minimum Fax Rap, una storia due americhe di Cesare Alemanni. Nato a New York negli anni Settanta, il rap è il genere più popolare dell’epoca contemporanea. La sua influenza oggi si avverte ovunque e ben oltre le classifiche dei singoli più venduti: nella cultura pop e negli stili di vita urban, nella moda, nel linguaggio, nella politica e nell’arte.
Scavando nelle pieghe dei dischi più influenti e nelle biografie dei rapper più iconici - dai Public Enemy a Tupac, dagli Outkast a Kanye West, da Eminem a Kendrick Lamar -Rap racconta come una forma d'espressione nata per denunciare la marginalità a cui è condannata parte dell'America Nera sia diventata un fenomeno globale, uno dei segni distintivi del nostro presente.
Cesare Alemanni ripercorre quarant'anni di musica e società, racconta gli Stati Uniti tra sogni e disillusioni, rifuggendo da semplificazioni e letture di comodo.
Questo libro non offre solo un'accurata analisi musicale ma delinea anche una controstoria dell'America, dagli anni Settanta a oggi, in cui il rap è un filo rosso che tiene naturalmente insieme razzismo e rivolte, Malcolm X e Jay-Z, la trap e Black Lives Matter.
Giovedì 19, sarà la volta dell’ appassionato racconto di Leonardo G. Luccone: Roberto Bazlen. La vita di un lettore. Un monologo sul più talentuoso e meno appariscente tra gli editor dell’editoria italiana, che una leggenda silenziosa lo è stato davvero, un uomo vivo nei libri di altri, un uomo schivo che tratteneva a sé le sue passioni, viene ricordato troppo spesso solo per le sue potenzialità espresse parzialmente e per l’aura attorno alla sua memoria. Eppure la sua visione dell’editoria è diventata forma, il progetto della casa editrice ideale. La sua coccolata e interminabile lista di libri, molti dei quali rifiutati dalle altre case editrici, sono diventati un unico libro di libri, una teoria di libri unici.
Venerdì 20, felice ritorno agli autori locali proponendo Morte con lode La prima indagine di Sara Katz di Betina Lilián Prenz, Baldini+Castoldi.
Era distesa sul pavimento, la testa immersa in una pozza di sangue. Avevano prudentemente chiuso la porta dell’auletta, in attesa che arrivasse la polizia, ma i pochi che si aggiravano per il corridoio nel momento in cui l’urlo si era propagato per l’ala destra del primo piano, erano riusciti a distinguere, inequivocabilmente, la sagoma nota, un po’ robusta, alta, ingombrante, dai capelli bianchi come la neve, della vecchia professoressa.
Betina Lilián Prenz è nata a La Plata, provincia di Buenos Aires. Nel 1975 è costretta ad abbandonare con la famiglia l’Argentina per trasferirsi in quella che oggi è l’ex Jugoslavia. Nel 1979 approda a Trieste, città nella quale tuttora risiede. Dopo la Laurea e il Dottorato di Ricerca in Filosofia, ha insegnato Lingua Spagnola presso varie università italiane, occupandosi anche di traduzione letteraria, soprattutto poetica. Questo è il suo primo romanzo di una serie che ha per protagonista la professoressa universitaria Sara Katz.
Museo Revoltella
Via Diaz, 27 – 34123 Trieste
Tel. 040 6754350 fax 6754137 revoltella@comune.trieste.it
Museo Revoltella - Galleria d'Arte Moderna
Via A. Diaz, 27
34100 Trieste
+39 040 675 4350
WWW.MUSEOREVOLTELLA.IT
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