La prima donna
Martedì 06.10.2020
– Mercoledì 07.10.2020
Cinema Ariston
– Mercoledì 07.10.2020
Cinema Ariston
Il docu-film “LA PRIMA DONNA” (Italia, 2019, 83') diretto Tony
Saccucci con protagonista Licia Maglietta e prodotto da Istituto
Luce-Cinecittà con il Teatro dell’Opera di Roma, sarà in programma in
prima visione al cinema Ariston martedì 6 ottobre alle ore 21.00 e
mercoledì 7 ottobre alle ore 16.00 e 21.00.
“La prima donna” racconta la vicenda vera, incredibile e dimenticata dai libri di storia, di Emma Carelli: diva assoluta del Teatro d’opera di inizio ‘900, soprano acclamata nei Teatri lirici d’Italia, Europa e Sudamerica, stimata da personaggi come Caruso, Arturo Toscanini, Gabriele D’Annunzio. Carelli raggiunge una fama enorme, e diventa la prima donna manager dello spettacolo in Italia, dirigendo il Teatro Costanzi di Roma (l’odierno Teatro dell’Opera). Emancipata, indomita, indipendente, negli anni Venti inizia a subire le gelosie e insidie dei colleghi uomini. E del suo ‘dossier’ arriva a occuparsi addirittura il capo del Governo, Benito Mussolini, che esercita pressioni di potere sul Teatro Costanzi e fa seguire la Carelli dalla polizia segreta.
Un regime che controlla tutti gli ambiti della vita sociale non può tollerare tutte le libertà conquistate dalla Diva. L’epilogo è drammatico. A Carelli viene tolta la direzione del suo teatro, e in una congiura del destino perde anche l’amore del suo compagno, Walter Mocchi, figura maschile doppia tanto in amore quanto nel gioco politico. Sola, derubata delle sue passioni, Emma perde la vita in un incidente d’auto nel 1928: l’anno che registra il maggior numero di donne suicide nella storia d’Italia. Emma muore come l’eroina di un melodramma, come la sua Tosca che aveva portato alla ribalta mondiale. La sua storia, rimossa per decenni nell’oblio degli archivi, è una riscoperta attuale ed emozionante. Il film vive delle straordinarie immagini dell’Archivio Luce e di film dell’epoca del Muto, intessute con riprese di oggi dentro il magnifico Teatro Costanzi, tra documenti inediti, foto, archivi sonori. E dell’interpretazione unica di Licia Maglietta, che dà voce e corpo al fantasma senza pace di Emma Carelli, e alla sua storia di ingiustizia e rivendicazione.
Il film ha ricevuto il Nastro d’argento del Sindacato Giornalisti Cinematografici come Miglior Docufiction del 2020.
“La prima donna” racconta la vicenda vera, incredibile e dimenticata dai libri di storia, di Emma Carelli: diva assoluta del Teatro d’opera di inizio ‘900, soprano acclamata nei Teatri lirici d’Italia, Europa e Sudamerica, stimata da personaggi come Caruso, Arturo Toscanini, Gabriele D’Annunzio. Carelli raggiunge una fama enorme, e diventa la prima donna manager dello spettacolo in Italia, dirigendo il Teatro Costanzi di Roma (l’odierno Teatro dell’Opera). Emancipata, indomita, indipendente, negli anni Venti inizia a subire le gelosie e insidie dei colleghi uomini. E del suo ‘dossier’ arriva a occuparsi addirittura il capo del Governo, Benito Mussolini, che esercita pressioni di potere sul Teatro Costanzi e fa seguire la Carelli dalla polizia segreta.
Un regime che controlla tutti gli ambiti della vita sociale non può tollerare tutte le libertà conquistate dalla Diva. L’epilogo è drammatico. A Carelli viene tolta la direzione del suo teatro, e in una congiura del destino perde anche l’amore del suo compagno, Walter Mocchi, figura maschile doppia tanto in amore quanto nel gioco politico. Sola, derubata delle sue passioni, Emma perde la vita in un incidente d’auto nel 1928: l’anno che registra il maggior numero di donne suicide nella storia d’Italia. Emma muore come l’eroina di un melodramma, come la sua Tosca che aveva portato alla ribalta mondiale. La sua storia, rimossa per decenni nell’oblio degli archivi, è una riscoperta attuale ed emozionante. Il film vive delle straordinarie immagini dell’Archivio Luce e di film dell’epoca del Muto, intessute con riprese di oggi dentro il magnifico Teatro Costanzi, tra documenti inediti, foto, archivi sonori. E dell’interpretazione unica di Licia Maglietta, che dà voce e corpo al fantasma senza pace di Emma Carelli, e alla sua storia di ingiustizia e rivendicazione.
Il film ha ricevuto il Nastro d’argento del Sindacato Giornalisti Cinematografici come Miglior Docufiction del 2020.