À bout de souffle
Lunedì 04.10.2021
– Mercoledì 06.10.2021
Cinema Ariston
– Mercoledì 06.10.2021
Cinema Ariston
La rassegna di classici restaurati in prima visione “Il cinema
ritrovato. Al cinema”, organizzata in esclusiva per Trieste da La
Cappella Underground in collaborazione con la Cineteca di Bologna al
cinema Ariston, riparte con una nuova stagione di titoli a partire dal
mese di ottobre.
Il primo titolo in cartellone, dal 4 al 6 ottobre in edizione restaurata, è “À BOUT DE SOUFFLE – FINO ALL’ULTIMO RESPIRO” (Francia, 1960, 90’, versione originale sottotitolata), lungometraggio d’esordio di Jean-Luc Godard su un soggetto scritto assieme a Francois Truffaut, film manifesto della Nouvelle Vague, nuovamente sul grande schermo in omaggio a Jean-Paul Belmondo (scomparso lo scorso 6 settembre all’età di 88 anni), iconico protagonista in coppia con Jean Seberg. Parigi 1959, il centro del mondo. Godard dirige, Truffaut scrive. Belmondo/Poiccard, piccolo omicida, corre a perdifiato per sfuggire alla polizia e a cinquant’anni di cinema di papà; Jean Seberg vende l’“Herald Tribune” sugli Champs Elysées, s’innamora, lo tradisce: ‘déguelasse’. Poco budget, molto amore per il B-movie americano, sguardi in macchina, jump-cuts, l’euforizzante sensazione che tutto sta per ricominciare. Irripetibile, e forever young. “Mi dicevo: c’è già stato Bresson, adesso c’è Hiroshima, si chiude un certo genere di cinema, forse è finito, mettiamo la parola fine, facciamo vedere che tutto è permesso” (Jean-Luc Godard).
Il primo titolo in cartellone, dal 4 al 6 ottobre in edizione restaurata, è “À BOUT DE SOUFFLE – FINO ALL’ULTIMO RESPIRO” (Francia, 1960, 90’, versione originale sottotitolata), lungometraggio d’esordio di Jean-Luc Godard su un soggetto scritto assieme a Francois Truffaut, film manifesto della Nouvelle Vague, nuovamente sul grande schermo in omaggio a Jean-Paul Belmondo (scomparso lo scorso 6 settembre all’età di 88 anni), iconico protagonista in coppia con Jean Seberg. Parigi 1959, il centro del mondo. Godard dirige, Truffaut scrive. Belmondo/Poiccard, piccolo omicida, corre a perdifiato per sfuggire alla polizia e a cinquant’anni di cinema di papà; Jean Seberg vende l’“Herald Tribune” sugli Champs Elysées, s’innamora, lo tradisce: ‘déguelasse’. Poco budget, molto amore per il B-movie americano, sguardi in macchina, jump-cuts, l’euforizzante sensazione che tutto sta per ricominciare. Irripetibile, e forever young. “Mi dicevo: c’è già stato Bresson, adesso c’è Hiroshima, si chiude un certo genere di cinema, forse è finito, mettiamo la parola fine, facciamo vedere che tutto è permesso” (Jean-Luc Godard).