Radiograph of a family
Venerdì 18.03.2022
Cinema Ariston
Cinema Ariston
Il docu-film “RADIOGRAPH OF A FAMILY” (Norvegia, Iran, Svizzera, 2020, 81') della regista iraniana Firouzeh Khosrovani sarà proiettato
venerdì 18 marzo alle ore 20.30 al cinema Ariston, alla presenza dell’autrice. Attraverso fotografie, lettere e voci dal passato, il
film ripercorre la storia familiare della regista, figlia di padre laico e madre musulmana praticante, la cui storia privata diventa
metafora dei cambiamenti della società iraniana negli ultimi quarant’anni.
L’incontro con la regista Firouzeh Khosrovani sarà moderato da
Beatrice Fiorentino (SNCCI, Delegato Generale SIC Venezia).
La serata è realizzata in collaborazione con ShorTS International Film
Festival (dove il film è stato presentato in anteprima nella sezione
Nuove Impronte), con il Pordenone Docs Fest - Le Voci del documentario
e con la distribuzione italiana Zalab.
Una storia d'amore, due modi di intendere la vita e la fede, una
figlia divisa tra un padre laico e una madre religiosa negli anni che
hanno cambiato la storia dell'Iran. “RADIOGRAPH OF A FAMILY”
ripercorre la storia familiare della regista Firouzeh Khosrovani:
figlia di padre laico e madre musulmana praticante, è il prodotto del
conflitto tra laicità e ideologia islamica in Iran. La relazione dei
suoi genitori attraversa molti decenni: dall’era dello Scià alla
Rivoluzione Islamica, passando attraverso la guerra Iran-Iraq, fino ai
giorni nostri. Nella sua famiglia, come in tante altre, gli effetti
della rivoluzione islamica hanno influito su ogni aspetto della
quotidianità. Mentre il padre continua ad ascoltare Bach, la madre si
dedica all’attivismo religioso, eliminando da casa le carte da gioco e
le foto di donne senza hijab. Il film, narrato in prima persona dalla
regista, racconta la storia della sua famiglia tramite fotografie,
archivi, lettere e voci dal passato. La casa di Teheran diventa la
metafora degli squilibri dell’intera famiglia e della moderna società
iraniana.
Scrive “Firouzeh Khosrovani nelle note di regia: «A casa mia è
avvenuta una rivoluzione che ha influenzato ogni aspetto della nostra
vita. Ciascuno dei miei genitori ne rappresentava una parte. Io ho
creato dei confini neutrali all’interno delle loro zone di controllo,
confini poco chiari che nessuno dei due ha mai riconosciuto. La
religione ha cominciato ad insinuarsi nelle crepe. Vino, musica e
danza, sotto l’ordine di Fatwa, erano vietati. Il quadro con la copia
di Venere di Velasquez è stato eliminato dalle pareti di casa perché
rappresentava la nudità.
La rivoluzione ha dato a mia madre il ruolo di una combattente
religiosa. Ha provato a convertirmi, cosa che spaventava molto mio
padre. La religione è diventata il suo incubo. Tutte le cose “impure”
che mia mamma ha tolto da casa, sono state sostituite da iconografie
islamiche. Le nuove immagini che hanno riempito i muri di casa nostra
erano i versi del Corano, l’immagine dell’Imam Ali e un dipinto di
Imam Hossein senza testa sul suo cavallo.
Questo film è la narrazione dei conflitti nascosti e palesi che hanno
influenzato le nostre vite. Le immagini vietate sono diventate il
punto fondamentale della storia. I nudi di Velasquez erano considerati
volgari e dovevano essere tolti dalle pareti. Mia mamma lottava con le
immagini di se stessa senza veli, strappandole dagli album di
famiglia. Io con l’immaginazione cercavo di rimettere insieme i pezzi
che mancavano dalle foto, disegnando le parti mancanti dei torsi e dei
corpi senza braccia. Durante la mia infanzia sono stata costantemente
costretta a scegliere tra i miei genitori; ogni singolo giorno subivo
l’imposizione da una parte e l’accettazione dall’altra.
La rivoluzione aveva svolto il suo ruolo, portandosi dietro le sue conseguenze».
Nata a Teheran, Firouzeh Khosrovani si trasferisce in Italia per
seguire i suoi studi artistici all'Accademia della Belle Arti di
Brera. Dopo la laurea nel 2002 torna in Iran per seguire un master in
giornalismo. Ora vive tra Teheran e Roma. Il suo film d'esordio, Life
Train (2004) è un documentario sulla terapia “ludica” per i bambini
traumatizzati dopo il terremoto di Bam. Nel 2007, ha diretto “Raugh
Cut”, un film sui manichini di plastica mutilati nelle vetrine dei
negozi di Teheran, che ha vinto ben tredici premi internazionali. Il
suo penultimo lavoro, “Fest of Duty”, segue due ragazze che passano
dall’adolescenza all’età adulta, otto anni dopo la loro “Cerimonia del
Dovere”. Il film ha vinto il premio OXFAM dell'IDFA nel 2014.
“Radiograph of a Family” ha vinto il premio come miglior film all’IDFA
2020.
Trailer: https://youtu.be/iG-b1kFYJRg
Sito ufficiale: https://www.zalab.org/projects/radiograph-of-family/
Informazioni sul sito www.aristoncinematrieste.it e sulla pagina
facebook cinema.ariston.trieste
Info:
La Cappella Underground, Piazza Duca degli Abruzzi n.3 - 34132 Trieste
tel 040 3220551 - fax +39 040 9673002
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