Rassegna Rose Libri Musica Vino 2022
Venerdì 06.05.2022
– Venerdì 27.05.2022
Parco di San Giovanni
– Venerdì 27.05.2022
Parco di San Giovanni
Gratuito, per tutti, per i bambini, per chi ama passeggiare, per chi ama la cultura, la musica, il buon vino, per chi vuole immergersi nella storia e chi invece vuole solo godere della natura in fiore.
Il carattere innovativo e dirompente della cura può emergere, oggi, solo se la intendiamo non solo come attenzione verso singole persone in stato di bisogno, o verso persone a cui siamo legati da una condizione di prossimità, ma anche come capacità di proteggere e conservare l’intero mondo vivente e di prestare attenzione a coloro ai quali, pur in assenza di una prossimità spaziale o affettiva, siamo comunque indissolubilmente vincolati, in virtù dell’interdipendenza globale. Essere capaci di cura vuol dire scoprirsi fragili e aver paura per il mondo. Con l’idea di cura, intesa come apprensione e sollecitudine, si affaccia una nuova nozione emancipativa di responsabilità.» Queste parole-manifesto della filosofa Elena Pulcini, studiosa di etica della cura ma anche di ecologia e giustizia intergenerazionale, morta di Covid un anno fa, ci guidano in questa nuova e attesa edizione di Rose Libri Musica Vino. Continuiamo a parlare di cura, perché dopo due anni di pandemia e due mesi di una nuova guerra a due passi da casa non potrebbe essere altrimenti, ma anche perché è quello di cui da sempre ci occupiamo sia come cooperativa sociale Agricola Monte San Pantaleone, impegnata nella manutenzione della bellezza e nella promozione del benessere, sia come Università degli Studi di Trieste, impegnata nella manutenzione del sapere e nella promozione delle giovani generazioni. Ma allarghiamo lo sguardo: oltre i confini dei nostri piccoli mondi personali, oltre i confini delle nostre appartenenze territoriali, oltre i confini delle nostre abitudini e delle nostre sicurezze. Consapevoli che la Terra si può ancora salvare, ma abbiamo i minuti contati e funzionerà solo se la prima trasformazione che decideremo di operare sarà dentro noi stessi: se saremo disposti a rinunciare a qualcosa per un bene maggiore da condividere, se saremo convinti che finché continueremo a pensare che non dipende da noi nulla potrà cambiare, se sapremo dare ascolto ai giovani, come cercheremo di fare in questi quattro venerdì di maggio, lasciandoci guidare dalla loro determinazione e dalle loro competenze. Coscienti che nessuno si salva da solo e che ritrovarsi in carne e ossa in mezzo alle rose davanti a un buon bicchiere di vino con una colonna sonora di qualità può aiutare a smontare esclusioni e a produrre beni comuni, non sprecando l’ennesima occasione per provare a cambiare questo mondo.
Il carattere innovativo e dirompente della cura può emergere, oggi, solo se la intendiamo non solo come attenzione verso singole persone in stato di bisogno, o verso persone a cui siamo legati da una condizione di prossimità, ma anche come capacità di proteggere e conservare l’intero mondo vivente e di prestare attenzione a coloro ai quali, pur in assenza di una prossimità spaziale o affettiva, siamo comunque indissolubilmente vincolati, in virtù dell’interdipendenza globale. Essere capaci di cura vuol dire scoprirsi fragili e aver paura per il mondo. Con l’idea di cura, intesa come apprensione e sollecitudine, si affaccia una nuova nozione emancipativa di responsabilità.» Queste parole-manifesto della filosofa Elena Pulcini, studiosa di etica della cura ma anche di ecologia e giustizia intergenerazionale, morta di Covid un anno fa, ci guidano in questa nuova e attesa edizione di Rose Libri Musica Vino. Continuiamo a parlare di cura, perché dopo due anni di pandemia e due mesi di una nuova guerra a due passi da casa non potrebbe essere altrimenti, ma anche perché è quello di cui da sempre ci occupiamo sia come cooperativa sociale Agricola Monte San Pantaleone, impegnata nella manutenzione della bellezza e nella promozione del benessere, sia come Università degli Studi di Trieste, impegnata nella manutenzione del sapere e nella promozione delle giovani generazioni. Ma allarghiamo lo sguardo: oltre i confini dei nostri piccoli mondi personali, oltre i confini delle nostre appartenenze territoriali, oltre i confini delle nostre abitudini e delle nostre sicurezze. Consapevoli che la Terra si può ancora salvare, ma abbiamo i minuti contati e funzionerà solo se la prima trasformazione che decideremo di operare sarà dentro noi stessi: se saremo disposti a rinunciare a qualcosa per un bene maggiore da condividere, se saremo convinti che finché continueremo a pensare che non dipende da noi nulla potrà cambiare, se sapremo dare ascolto ai giovani, come cercheremo di fare in questi quattro venerdì di maggio, lasciandoci guidare dalla loro determinazione e dalle loro competenze. Coscienti che nessuno si salva da solo e che ritrovarsi in carne e ossa in mezzo alle rose davanti a un buon bicchiere di vino con una colonna sonora di qualità può aiutare a smontare esclusioni e a produrre beni comuni, non sprecando l’ennesima occasione per provare a cambiare questo mondo.
Parco di San Giovanni
de pastrovich
34100 Trieste
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